Abbracciare una causa.

“Unbear” è un progetto nato come esame universitario a tema riciclo, ideato da due studenti di Creative Communication che volevano sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sofferenze e le ingiustizie che affliggono molti bambini nelle aree più disagiate del pianeta.

Eccoci, abbiamo voluto creare una serie da collezione  di orsi di peluche che rappresentino le diverse situazioni di sfruttamento, violenza, povertà e malattia che vivono ogni giorno tanti, troppi, bambini. Ogni orso ha un nome, una storia e una causa da sostenere.

L’orso di peluche come soggetto perché è il giocattolo per eccellenza, il “Teddy Bear”. “Unbear” perché comunemente si traduce come “liberare”, “allentare” o “sopportare”. Un semplice, ma efficace, gioco di parole in riferimento alle cause umanitarie che il progetto sostiene.

Tra gli orsi di “Unbear” c’è anche quello a tema FastFashion, fatto di jeans e materiali di scarto, per criticare il lavoro minorile all’interno di Shein, una nota azienda di abbigliamento online che è stata accusata di violare i diritti umani e ambientali. Questo orso si chiama “Sheena” e racconta la sua esperienza di lavoratrice in una fabbrica in Cina, dove è costretta a cucire vestiti per pochi centesimi al giorno, senza protezioni né pause. Sheena invita a riflettere sul costo reale della moda veloce e a scegliere un consumo più consapevole ed etico.

“Unbear” è un brand che vuole far riflettere, ma anche dare speranza e aiuto. Infatti, parte del ricavato della vendita degli orsi di peluche, nel progetto teorico, viene devoluto a organizzazioni umanitarie che si occupano di difendere i diritti dei bambini nel mondo, come Save the Children, UNICEF e Amnesty International. “Unbear” è un modo per abbracciare una causa e fare la differenza.

Presto nuovi UnBear! 🐻